Le salsicce di maiali geneticamente modificati possono arrivare sulle nostre tavole. Ma cosa dice la scienza al riguardo?
Nei supermercati, nelle fiere, negli street food e ovunque sono in arrivo le salsicce derivate da maiali geneticamente modificati. Qualcuno ha già alzato qualche sopracciglio. Ma cosa ne dicono gli esperti? Possiamo fidarci? Ecco tutti i dettagli.
Tradizionalmente i cibi geneticamente modificati in Italia non sono mai stati molto in auge. I consumatori nostrani, figli della cucina mediterranea candidata a patrimonio dell’Umanità di recente, guardano questi nuovi prodotti con un bel po’ di sospetto, prendendo con le pinze persino le più autorevoli rassicurazioni.
Negli ultimi tempi le salsicce provenienti da maiali geneticamente modificati hanno ricevuto un’importante e determinante “benedizione”. La questione andrebbe analizzata a 360° considerandone i benefici per i Paesi in via di sviluppo, quelli sull’ambiente e varie ed eventuali. Dal momento che le risorse della Terra sono al lumicino varrebbe la pena compiere qualche riflessione in più su qualcosa che può far risparmiare energie al Pianeta.
Bisognerebbe però sottolineare la posizione di chi ritiene questa invenzione un ulteriore abominio e sfruttamento degli animali per scopi egoisticamente umani. Nel caso specifico dei maiali gli scienziati ormai da tempo tentavano di superare l’impasse del problema del congelamento dello sperma dei suini che non sopportava granché le basse temperature. Ed ecco che finalmente è avvenuto lo scarto. Ma come lo prenderà il pubblico? Le salsicce saranno buone come le altre? Ecco un parere da ascoltare.
Salsicce sì o no: la parola a chi ne sa di più
Quella delle salsicce da maiali geneticamente modificati è una grande innovazione, ma è comprensibile che qualcuno sia un po’ preoccupato. In pratica per avere la pietanza di cui ci lecchiamo i baffi al solo pensiero si usano maiali perfettamente sani a cui è stato tolto il gene della fertilità. Nei loro testicoli vengono immesse le cellule staminali di un maiale donatore. Così facendo lo sperma del maiale iniziale “padre surrogato” conterrà solo il materiale genetico del donatore e basta.
Le cellule staminali sono molto più facili da trasportare dello sperma di un maiale. La FDA, cioè la Food and Drug Administration ha dato il suo pieno ok per i maiali dell’Università di Washington. I responsabili hanno effettuato un controllo pre mortem e post mortem, carcassa compresa per osservare se ci fosse qualcosa di strano.
Dal momento che c’è stata l’approvazione di questo importantissimo organo le salsicce sono da considerarsi sicure come quelle di un maiale nato alla vecchia maniera. Ma agli acquirenti basteranno queste rassicurazioni?
